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Inflazione e caro-energia: le sfide del nuovo anno che non risparmiano nessuno
Tutti i Paesi, sono stati colpiti dal rincaro dei prezzi energetici. Il Governo italiano, sollecitato dalle imprese, introduce misure per limitare il costo dell’energia.
L’analisi della Giorgio Gragnani s.r.l.
Nel corso del tempo, nelle economie di mercato, i prezzi dei beni possono subire variazioni: alcuni aumentano, altri diminuiscono. Si ha inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa.
Questo significa che con un euro si possono acquistare meno beni e sevizi rispetto al passato. Il valore della moneta dunque si riduce.
Per calcolare l’inflazione si costruisce un paniere di beni e servizi rappresentativo dei consumi medi delle famiglie. Ciascuna voce di spesa del paniere ha un prezzo, che può variare nel tempo.
Il tasso d’inflazione sui dodici mesi corrisponde al prezzo del paniere totale in un determinato mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
I beni e servizi rientranti nel paniere sono rivisti annualmente, tenendo conto delle variazioni delle abitudini di spesa delle famiglie. Ad esempio, tra i prodotti rappresentativi del paniere 2022 sono entrati i tamponi, il saturimetro, la sedia da pc, lo streaming di musica e altro ancora.
Di pari passo con i nuovi ingressi escono dal paniere compact disk e hoverboard.
Gli effetti dell’inflazione sono diversi a seconda delle situazioni. Favoriti saranno i debitori, in particolare coloro che devono restituire ingenti somme di denaro. Se il valore reale della moneta diminuisce, un soggetto che deve restituire una somma ne consegnerà una quantità apparentemente uguale ma sostanzialmente minore.
Parallelamente in un sistema economico caratterizzato da un’elevata inflazione regna un clima di incertezza e di sfiducia nel tempo. Un primo svantaggio è la perdita di valore dei risparmi delle famiglie che scoraggerà gli investimenti.
Inoltre, coloro che percepiscono redditi fissi vedranno ridursi il loro salario reale perdendo potere d’acquisto. Infine, le banche centrali dovranno aumentare i tassi di interesse sui depositi per compensare la perdita del potere di acquisto della moneta.
Inflazione media 2019 – 2021
2019 | 2020 | 2021 | 2022 (attesa) | |
Italia | 0,6% | -0,2% | 1,9% | 3,8% |
EU | 1,2% | 0,2% | 2,6% | 3,5% |
USA | 1,8% | 1,2% | 4,7% | 2,6% |
fonte dati: rivaluta.it
Sono tre le cause principali che spingono l’inflazione nel 2022: la rapida riapertura delle attività economiche, il rincaro dei beni energetici e il cosiddetto “effetto base” (per calcolare l’inflazione si confronta le variazioni dei prezzi da un anno all’altro, e lo scorso anno al culmine della pandemia i prezzi sono stati eccezionalmente bassi).
A preoccupare maggiormente è il rincaro dei beni energetici. Secondo ARERA, nel primo trimestre 2022, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, si è registrato un aumento del costo della luce del 131% e del 94% del gas.
Il problema dell’aumento del prezzo dell’elettricità e del gas non riguarda solamente l’Italia ed è dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio, sia alla crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2 all’interno del sistema europeo ETS.
Sullo sfondo, inoltre, preoccupa la crisi Russia-Ucraina che mette a rischio le forniture di gas provenienti dalla Russia.
Rispetto al 2019, secondo uno studio di CGIA, ammonta a quasi 36 miliardi di euro l’extra costo che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. I settori più “colpiti” saranno quelli che registrano i consumi di energia elettrica più importanti, tra cui il trasporto e la logistica.
Per evitare un rincaro dei prezzi ancora più marcato, le imprese hanno sollecitato il Governo di attuare misure urgenti per limitare il caro energia. Nella legge di bilancio sono stati stanziati 5,5 miliardi di euro.
Intervento che ha permesso di annullare le aliquote sugli oneri di sistema e ha dato un credito di imposta del 20% alle imprese. Inoltre, è stata avviata una mini-tassazione degli extra-profitti realizzati dagli impianti a fonti rinnovabili.
Un primo intervento che però non è bastato a mitigare i costi addizionali che già stanno sostenendo gli utenti. Pochi giorni fa il Governo italiano è intervenuto nuovamente stanziando oltre 5,5 miliardi di euro destinati a prorogare le misure già in vigore.
Inoltre, il Governo si è impegnato in un programma di accelerazione sul fronte delle energie rinnovabili e ha spiegato che è previsto un incremento della produzione naturale di gas. Infine, è stato pensato un pacchetto di norme per l’aumento e l’ottimizzazione dello stoccaggio di gas.
Una crisi che potrebbe però andare avanti anche il prossimo anno a causa di un ulteriore contrazione dell’offerta energetica. Rincari che continueranno a colpire tutti i Paesi, maggiormente l’Italia che soddisfa il proprio fabbisogno energetico per il 73,4% solo grazie alle importazioni dall’estero.
La nostra organizzazione non è esclusa dal rincaro generalizzato del prezzo dell’energia, operando in un settore che ne domanda molta per poter operare. Riteniamo che siano necessarie misure urgenti di ampia portata per limitare un ulteriore rincaro dei prezzi energetici.
Non possiamo però non guardare al lungo periodo, credendo che occorra una revisione e un potenziamento del nostro sistema nazionale di offerta energetica, in modo da dipendere sempre meno dai Paesi esteri e dalle turbolenze dei mercati energetici internazionali.